venerdì 24 maggio 2013

Per chi vuole saperne di più...


... Ecco la quarta di copertina dei "Mercanti di stampe proibite", oltre alla stampa dei Remondini attorno a cui ruota la vicenda narrata...




I protagonisti di questa storia affascinante, che si svolge negli anni sessanta e settanta del Settecento, sono i piccoli mercanti girovaghi che commerciavano le stampe popolari dei Remondini di Bassano. Partivano soprattutto dal Tesino, una terra di montagna fra Trentino e Veneto sovrastante la Valsugana, e attraversavano tutta l’Europa giungendo perfino in America Latina, con in spalla la cassala di legno contenente le loro mercanzie. Erano chiamati anche perteganti perché si appoggiavano nei loro lunghi viaggi a piedi a un pertego, ovvero a un bastone. Essi sono, in questo straordinario romanzo, Sebastiano Gecele, il figlio Antonio e il Grimo, ormai anziano: vendono in particolare i cosiddetti straloci, stampe che raffigurano la Vergine e i Santi in modo spesso imperfetto, così da far risultare l’espressione degli occhi strabica; però, talvolta, accolgono nelle loro cassele stampe proibite o satiriche contro i regnanti dell’epoca.

I mercanti di stampe proibite di Paolo Malaguti è dunque un’opera narrativa, fortemente avvincente, che si snoda soprattutto su due direttrici: nell’ambito della Storia, coinvolgendo i Gesuiti, re Carlo III di Spagna, Maria Teresa d’Austria, la Francia, Venezia, i Savoia, Papa Clemente XIV; nell’ambito invece della piccola storia, descrivendo la vita quotidiana dei merciai ambulanti tesini, gli affetti familiari e la toccante storia d’amore che intercorre tra Antonio e Anne, la graziosa ragazza francese di Deuxville. A sé sta il marsigliese Bonnardel, grosso mercante di stampe, libri e lunari, che è figura centrale in questo romanzo; egli è avido, infido, faccendiere: gli preme soltanto il denaro. Ha un intenso rapporto commerciale con la celebre stamperia dei Remondini, una delle più grandi realtà imprenditoriali della Repubblica veneta del tempo.

Paolo Malaguti arricchisce, qui, la sua narrativa di nuovi e diversi registri. Alle capacità affabulatorie e sentimentali, a quelle popolaresche e giocose della cultura orale veneta, che avevano caratterizzato le sue due precedenti opere, si aggiungono altre qualità: il romanzo, infatti, è contraddistinto da un realismo descrittivo e psicologico attento ai minimi particolari; da un epos dei semplici e degli umili che fa da contrappunto all’arroganza e alla violenza dei potenti; dalla suspense, dall’intrigo e dai colpi di scena; da una misteriosità che coinvolge e appassiona il lettore. Inoltre le vicende esilaranti e rocambolesche, attraversate da un gusto maccheronico spassosissimo, mostrano una forza, visiva visionaria e insieme lirica, finora sconosciuta. La lingua è mirabilmente ‘contaminata’ dal caratteristico dialetto tesino e dall’idioma veneto. I mercanti di stampe proibite consacra definitivamente un narratore di prima grandezza.

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