lunedì 1 luglio 2013

La barchetta di San Piero

 


L'onomastico è, almeno sul calendario, festa di un certo rilievo. Per chi ci crede, si tratta di ricordare l'uomo o la donna che ci hanno prestato il nome, e nel solco della cui vita, almeno in linea teorica, dovremmo provare a porci.
Per questo non invidio chi ha nomi derivanti da culture diverse rispetto alla nostra, o di importazione recente, perché per loro il nome sarà, forse, qualcosa di meno immaginifico, di meno "parlante" rispetto a chi si trova sulla zucca il nome di un grande personaggio o un grande santo della civiltà cristiano/occidentale.
Intendiamoci: chiamarsi Giulio/a non comporta l'obbligo di dover mandare gambe all'aria una res publica, come il nome Antonio non obbliga il suo portatore a recarsi nel più vicino deserto a farsi vessare dai demoni! Però, in particolar modo da piccoli, quando l'immaginazione e la fantasia hanno un ruolo un po' più centrale nel quotidiano, conoscere chi è stato quel santo, o quell'imperatore, o comunque quell'uomo o quella donna che hanno lasciato un solco nella storia, conoscerne gli aneddoti, i miracoli, le imprese, costituisce una significativa palestra di pensiero, e forse di identificazione.
Oggi, a quanto ne so, ci si limita a onorare l'onomastico con dei semplici auguri, quando ci sono; altre volte purtroppo la ricorrenza corre via, in attesa di appuntamenti apparentemente più significativi, come il compleanno o gli anniversari. Forse manca una ritualizzazione, la formalizzazione, cioè, di gesti o di momenti concreti attorno ai quali "ricordarsi di ricordare".
In questo aspetto, purtroppo, non vige democrazia: ci sono nomi che aiutano più di altri, nei festeggiamenti, complici le tradizioni popolari, ormai sfortunatamente sull'orlo della scomparsa.
Un nome un po' in disuso come Biagio ha il vantaggio dei vari riti invernali connessi alla protezione della gola, il già citato Antonio, quello da Padova però, non più l'Abate, in certe parti della campagna veneta (ma probabilmente anche nelle altre regioni d'Italia) è connesso alla fioritura di un particolare noce, detto appunto "Noce di Sant'Antonio"; San Marco, come scritto qui qualche mese fa, si celebrava con la frittata all'aperto...
I Santi Pietro e Paolo non sembrano all'apparenza avere molto in comune... Uno pescatore, l'altro prima persecutore poi pensatore sopraffino, nell'iconografia dell'arte hanno in comune la barba. Eppure sia nelle chiese che nel calendario questi due grandi Santi sembrano destinati a una vita in parallelo, anche se forse hanno avuto caratteri tra loro molto diversi!
Nella mia famiglia il 29 giugno si celebrava con il rito della "Barchetta de San Piero". Visto che mi chiamo Paolo e non Pietro, mia nonna, magnanima, integrava la definizione del rito con un "e de San Polo" che però, nonostante la giovane età, avevo ben compreso essere aggiunta posticcia... ma mi andava bene comunque.
Si trattava di riempire d'acqua, la sera del 28, una brocca di vetro, di versarci dentro uno o due albumi d'uovo, e di piazzare il tutto fuori dalla porta, all'aria aperta. Poi si andava a dormire, con una vena di eccitazione e di impazienza, certo non paragonabile alla notte dell'Epifania, ma comunque degna di nota. La mattina seguente ci si alzava di corsa, e molto presto, sebbene il periodo fosse di vacanza, e ci si precipitava a vedere se il miracolo era avvenuto!
Se, quella notte, San Piero e San Polo erano passati anche davanti alla nostra porta, gli albumi erano magicamente divenuti, nell'acqua, una barca, anzi piuttosto una nave, ricca di alberi, intessuta di vele e di sartiame, su cui le perle delle minuscole bolle d'acqua inanellavano collane preziose e cangianti al sole.
La fantasia dell'infanzia faceva il resto: ricordo di come all'epoca fossi in grado di vedere, in quell'albume sospeso nell'acqua, non solo lo scafo, le vele, gli alberi, ma anche i remi, e i rematori, e il timoniere!
A volte purtroppo (poche per mia fortuna), se la luna non era "buona", capitava che la barca non venisse bene. Grande delusione? Niente affatto, perché, a rendere quel giorno comunque felice e luminoso di sorrisi, arrivavano i tuorli avanzati la sera prima, che andavano a finire, sbattuti con lo zucchero, nella nostra colazione.

Buon onomastico a tutti i Pietro e i Paolo!

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